Quando ho iniziato a scrivere la trilogia che ruota attorno agli Iron Maiden, non avrei mai immaginato l’impatto profondo che avrebbe avuto su di me, sia come persona che come fan della band. Questa esperienza mi ha offerto opportunità straordinarie e mi ha permesso di crescere in modi che non avrei mai pensato possibili.
Tutto comincia con un’idea semplice ma potente: ambientare un thriller coinvolgente attorno a un concerto cruciale degli Iron Maiden a Londra nel 1982. L’ispirazione è venuta da una passione profonda per la musica della band e dalla curiosità di esplorare come la loro arte potesse intrecciarsi con una narrazione di suspense e mistero.
La creazione della trama del primo libro, in cui i fan si chiedono se il nuovo cantante sarà accettato e se le proteste contro l’album “The Number of the Beast” si ripeteranno, ha richiesto un’attenzione meticolosa ai dettagli. La decisione di includere personaggi come Liam e Rose, membri di una setta estremista cattolica, ha aggiunto un ulteriore strato di tensione e complessità alla storia. La morte del reporter Luke Wilkinson e l’indagine dell’ispettore Andrew Briggs hanno fornito il cuore investigativo del romanzo, con una rete di connessioni che si espande tra Londra e gli Stati Uniti.
Scrivere questa trilogia mi ha permesso di crescere non solo come scrittore, ma anche come individuo. I personaggi che ho creato sono diventati compagni di viaggio. Andrew Briggs, con le sue lotte personali e la sua determinazione, mi ha insegnato l’importanza della resilienza. Rebecca Ward, con il suo acume e la sua capacità di affrontare situazioni complesse, mi ha mostrato la forza della collaborazione.
Nel secondo libro, il ritorno di Padre Archibald e la complessa trama di rapimenti e documenti scomparsi hanno messo a dura prova non solo i miei personaggi, ma anche me stesso come autore. Ho dovuto scavare in profondità per mantenere la coerenza della trama e assicurarmi che ogni colpo di scena fosse credibile e coinvolgente.
Rimango comunque dell’idea che il terzo libro, L’Enigma dei Tre Eddie, sia il piú riuscito, grazie all’esperienza accumulata e ad una storia che mi frullava in testa da qualche mese.
Uno degli aspetti più sorprendenti di questa avventura è stato il mio crescente coinvolgimento con gli Iron Maiden e il loro entourage. La passione per la loro musica mi ha portato a interagire direttamente con il mondo Maiden, ricevendo feedback e suggerimenti che hanno arricchito la mia scrittura. Questo rapporto ha superato ogni mia aspettativa iniziale e ha trasformato il mio modo di vedere. Partecipare ai loro concerti, discutere delle trame dei miei libri con persone molto vicine alla band, primo su tutti Steve “Loopy” Newhouse, che ha creduto al mio progetto sin dall’inizio e vedere l’entusiasmo addirittura di Linda Harris, sorella del Boss, ha cementato un legame unico. Mi sono avvicinalto ai Maiden in modi che non avrei mai immaginato, ma attenzione: ai loro occhi rimango (giustamente) un semplice fan.
Forse l’aspetto più gratificante di questo viaggio è stato l’incontro con altri fan degli Iron Maiden. Condividere la mia passione attraverso la scrittura mi ha permesso di connettermi con persone di tutto il mondo. In molti casi, queste connessioni si sono trasformate in amicizie profonde e durature. Ho incontrato individui straordinari, ognuno con la propria storia e il proprio legame con la band, e insieme abbiamo creato una comunità solidale e appassionata. Il tutto culminato al Salone di Torino dove tantissimi lettori/fan si sono presentati per assistere al debutto del mio terzo libro, con la benedizione del Direttore della Maiden Italia Davide Miotto. Queste relazioni hanno arricchito la mia vita, offrendo supporto nei momenti difficili e celebrazioni nei momenti di successo. L’amore condiviso per gli Iron Maiden ha abbattuto barriere culturali e geografiche, dimostrando il potere unificante della loro musica.
Per il momento, la serie finisce qui. Ho raccolto il massimo che potevo ottenere da questa storia. Continuare significherebbe rischiare di ripetersi e, peggio ancora, cadere nei cliché. Questa trilogia è stata un viaggio incredibile e intenso, ma è giunto il momento di esplorare altri territori letterari. Come buon thrillerista, però, vi dico: chissà se ancora una volta i tre moschettieri non siano in realtà quattro…
Sono enormemente grato a Maria Grazia Russo per aver dato alle stampe quello che, all’inizio, era piú un sogno che un romanzo. Scrivere questa trilogia è stato molto più di un semplice progetto letterario; è stato un viaggio di scoperta e crescita personale. Ho imparato a conoscere meglio me stesso, ho approfondito la mia passione per la musica e ho costruito relazioni significative lungo la strada. Gli Iron Maiden non sono solo una band per me; sono una fonte di ispirazione e un simbolo di come l’arte possa influenzare e trasformare le vite. Mentre guardo al futuro, so che questa esperienza continuerà a influenzarmi e a guidare il mio lavoro. La storia che ho creato, le persone che ho incontrato e le lezioni che ho imparato rimarranno con me per sempre, ricordandomi l’importanza di seguire le proprie passioni e di credere nel potere delle storie. E chissà, magari un giorno, i personaggi che ho creato torneranno a farmi visita, portando con sé nuove avventure e nuovi misteri da risolvere.
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