Si è tornato a parlare molto degli Iron Maiden, una delle band più influenti nella storia del rock, che stanno mandando in visibilio i fan con un’altro tour granitico, “The Future Past”, dove la band sembra infischiarsene dell’età. Le ultime esibizioni sono state talmente cariche di energia e qualità da indurre i fan a richiedere a gran voce un altro disco live.
Impossibile, su queste basi, non ricordarsi di Steve Harris e soci che hanno consegnato alla storia due indimenticabili esibizioni dal vivo: “Live After Death” nel 1985 e “Rock in Rio” nel 2000. Questi concerti epici hanno lasciato un segno indelebile nella memoria dei fan, ma sono anche oggetto di dibattiti e discussioni tra i sostenitori della band. Vediamo come le due performance si confrontano e come dividono l’opinione dei fan.
“Live After Death”, registrato durante la tournée “World Slavery Tour” del 1984-1985, è spesso considerato uno dei migliori album live nella storia della musica rock, che regge il confronto con gli iconici “Made in Japan” dei Deep Purple e “Live at Leeds” degli Who. Questo live rappresenta l’apice del primo decennio della band, quando conquistarono il mondo con la loro musica innovativa e le straordinarie scenografie dei loro concerti. La lineup più perfetta e incisiva ha creato un’esperienza coinvolgente per il pubblico. Molti fan apprezzano questo live per il suo fascino nostalgico, rappresentando gli anni d’oro della band quando hanno consolidato il loro status di leggende del metal. La setlist è un concentrato di classici intramontabili, dai poderosi riff di “Aces High” alla malvagità di “The Number of the Beast” e la maestosità di “Hallowed Be Thy Name.” Per molti fan, “Live After Death” è sinonimo di emozioni forti e ricordi indelebili della loro gioventù e passione per gli Iron Maiden.
Da un altro lato, “Rock in Rio” del 2000 è una prova della longevità e della rilevanza continua degli Iron Maiden. È stato registrato nel 2000 durante il famoso festival in Brasile, noto per attirare un’enorme folla di fan entusiasti. Questo live è stato un trionfo per gli Iron Maiden, dimostrando che anche dopo anni di carriera, mantenevano una potenza e una rilevanza senza eguali.
La setlist includeva brani provenienti da diversi periodi della loro storia, tra cui tracce dall’album “Brave New World,” che segnò il ritorno del cantante Bruce Dickinson e del chitarrista Adrian Smith dopo un’assenza di alcuni anni. La performance di Rio de Janeiro è stata caratterizzata da una spettacolare scenografia e luci mozzafiato, creando un’atmosfera magica e coinvolgente. È apprezzato per la sua energia travolgente e la spettacolare produzione scenica, con luci, fuochi d’artificio e una folla oceanica di fan appassionati. “Rock in Rio” simboleggia la reunion e la capacità di rimanere al passo con i tempi, dimostrando che i ragazzi del West End sono ancora una forza da non sottovalutare nell’industria musicale.
Nonostante i punti di forza di entrambi i live, i fan si dividono su quale sia il migliore. Alcuni sostengono che “Live After Death” rappresenti l’autenticità e l’essenza delle origini della band, mentre altri preferiscono “Rock in Rio” per la sua spettacolarità e la dimostrazione di una band che ancora oggi sa come incantare il pubblico. Il dibattito sul quale sia la migliore performance rispecchia anche le preferenze musicali dei fan e la loro connessione personale con la band. Indubbiamente sono entrambi live eccezionali che hanno lasciato il segno a seconda di come sono stati vissuti. Sebbene i fan possano essere divisi sulle preferenze tra le due performance, una cosa è certa: entrambi i concerti hanno dimostrato l’incredibile abilità e carisma della band sul palco. La potenza iconica di “Live After Death” e la maestosità spettacolare di “Rock in Rio” hanno entrambe lasciato un’impronta duratura nei cuori dei fan, un testimone del potere senza tempo degli Iron Maiden nella musica rock.
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