Ci avviciniamo ad una festa molto sentita qui in Inghilterra, nota ormai col nome di Halloween, che trae origine dalla celebrazione celtica di Samhain, che segnava la fine della stagione del raccolto e l’inizio dell’inverno. Un momento in cui il velo tra il mondo dei vivi e quello dei morti, si diceva, fosse più sottile. Negli ultimi anni, il business ha prevalso sulle tradizioni e quindi oggi asssitiamo a un miscuglio che i morti li avrebbe fatti resuscitare davvero, ma dall’indignazione: le zucche prese da una leggenda irlandese, di Jack O’ Lantern, che poco ha a che fare col Samhain. Si lasciava il cibo sulla soglia per evitare che le anime dei defunti entrassero in casa (da qui pietosamente trasformato in “dolcetto o scherzetto”).
Ma tornando agli Iron Maiden, si evinche che abbiano tratto ispirazione da queste antiche credenze per esplorare temi legati alla morte, alla rinascita e alla fine di un’epoca. Allora, ripenso inevitabilmente a due canzoni: Isle of Avalon e Death of the Celts, e non sembra affatto sorprendente che entrambi i brani, scritti da Steve Harris, trattino argomenti simili legati ai miti celtici.

Quello che rende queste due tracce particolarmente interessanti è come affrontano il tema della rinascita, ma anche la negazione della stessa. Immergiamoci nei testi e scopriamo come Steve Harris unisca mitologia e storia per raccontare la caduta di un popolo e il mistero del ciclo della vita.

Steve Harris Perth

Non essendo un esperto di mitologia celtica, che come ho capito può riferirsi a diverse stratificazioni di culture attraverso i secoli, mi sono basato principalmente su ciò che Harris sottolinea in Isle of Avalon. Questa canzone sembra attingere dalla mitologia gallese, con un passaggio cruciale verso la fine:

 

“The gateway to Avalon
The island where the souls
Of dead are reborn
Brought here to die and be
Transferred into the earth
And then for rebirth”

 

Questo suggerisce che Avalon, nella tradizione celtica, sia un luogo di transizione, dove le anime dei defunti trovano la rinascita. Storicamente, ci sono indizi che i Celti credessero in un “altro mondo” e che la loro casta sacerdotale (come sostenuto da Cesare) credesse nella reincarnazione.

samhain blog halloween 25e002fa 20ee 4c61 b652 c47cd2160484 grandeCercando online, ho trovato l’idea secondo cui, nella mitologia celtica, la rinascita potesse avvenire all’interno di una linea di discendenza. Anche gli dei, o loro aspetti, potevano rinascere come membri del popolo celtico. Questa concezione rende Death of the Celts particolarmente affascinante, specialmente nel modo in cui celebra il ciclo della vita e della morte.

Death of the Celts si presenta inizialmente come un vigoroso inno di battaglia, senza tracce di malinconia. Il narratore dichiara con fierezza:

 

“Vengeance is for all who lay dead
I have no fear, my body has bled
I will live on in rebirth again
(…)
Dying, a warrior Celt has no fear
Immortal, for he will live evermore”

 

Un guerriero celtico non teme la morte se è certo di essere parte di un ciclo più grande. La certezza di finire ad Avalon, per poi rinascere tra il proprio popolo in una nuova forma, elimina qualsiasi bisogno di coraggio. Questa convinzione di immortalità rende la battaglia un’azione gloriosa.

Tuttavia, ciò che risulta intrigante è l’ultimo passaggio della canzone, che si discosta notevolmente dal tono trionfale precedente. L’epilogo è segnato dalla disperazione, non da una vittoria eroica:

“Think I am, that I’m almost there
Following now the depths of despair
Beyond the light, darkness will fall”

Qui, il guerriero immortale e senza paura sembra essere colto dalla disperazione. Come mai questo destino così cupo per un combattente destinato alla rinascita?

Ritengo che questo sia il punto in cui entra in gioco l’idea della rinascita limitata a una linea di discendenza. Cosa succede se un’anima è liberata dal corpo, ma non c’è più un popolo o una cultura che possa ospitarla per la rinascita? Questo potrebbe spiegare perché il titolo si riferisca alla morte dei Celti al plurale. Non si tratta solo della morte di singoli individui, ma della fine di un’intera cultura, di un credo, e quindi della possibilità di rinascere.lake of avalon 1280x686 1

In questo contesto, la rinascita non è più garantita, e il destino del guerriero diventa un abisso oscuro. La morte di una cultura implica che non ci sarà più nessuno a ricordare, a praticare le tradizioni o a far vivere di nuovo quei ricordi. Questo concetto si collega profondamente a un’altra canzone degli Iron Maiden, Lost in a Lost World, che riflette sull’oblio culturale e spirituale. Così come le anime potrebbero rinascere secondo i credo religiosi, possiamo reinterpretare il concetto di rinascita nel contesto della memoria culturale. Se non manteniamo vive le tradizioni e le pratiche, anche i ricordi di quella cultura scompaiono, condannati a un oblio senza ritorno. Questo spiegherebbe alcuni dei versi:

 

“Spirits cry for a God from the grave”

 

Gli spiriti rimangono intrappolati in un vuoto, lasciato dall’assenza di un popolo che possa perpetuare le tradizioni e permettere la rinascita. Questo è il “buio che cala” e che:

 

“Coming to take the life from us all”

 

L’oscurità porta via non solo le vite, ma anche “the life I’d have gained” (la vita che avrei guadagnato). Questa espressione sembra suggerire che il narratore accetti, e allo stesso tempo lamenti, che non ci sarà più alcuna rinascita per lui; il suo destino è l’abisso.

 

“Following those who came from hell
Came to witness the death of the Celts”

 

La fine del popolo celtico segna la fine di ogni possibilità di rinascita per gli spiriti guerrieri, costretti a vagare senza meta.

In conclusione, Death of the Celts non è solo una canzone epica su una battaglia, ma un lamento per la perdita di un’intera cultura e del ciclo di rinascita che ne faceva parte. Attraverso la morte di una tradizione, anche la possibilità di un ritorno in vita svanisce, lasciando spazio a un vuoto oscuro e senza fine.
Spero che questo articolo possa stimolare una riflessione approfondita sul significato delle liriche di Steve Harris e su come le sue canzoni non siano solo inni metal, ma racconti pieni di mitologia, filosofia e riflessioni sulla natura umana e culturale.

HAPPY MAIDEN HALLOWEEN!!!DALL·E 2024 10 21 14.42.53 A fusion of Iron Maidens mascot Eddie with a Halloween theme. Eddie is depicted as a skeletal figure with his iconic menacing grin wearing tattered